Emendamento 76.07: una tassa sul rame per incentivare la fibra?
Dal 1° gennaio 2025, una nuova misura introdotta con l’emendamento 76.07 alla Legge di Bilancio potrebbe cambiare il panorama delle connessioni internet in Italia. L’emendamento prevede una tassa del 10% sulle connessioni basate su rete in rame, come l'ADSL e le connessioni miste fibra-rame (FTTC), con l’obiettivo di accelerare il passaggio alle reti in fibra ottica pura (FTTH) a banda ultra larga. Una misura che punta a modernizzare le infrastrutture tecnologiche del Paese, ma che sta suscitando un acceso dibattito.
Un passo verso il futuro o una penalizzazione per molti?
Secondo i promotori dell’emendamento, il principale obiettivo è disincentivare l’uso delle obsolete reti in rame, costose da mantenere e meno performanti rispetto alla fibra ottica. I proventi della tassa saranno destinati a un fondo per lo switch-off delle infrastrutture in rame, finanziando il potenziamento della copertura in fibra.
Tuttavia, la misura presenta criticità non trascurabili. Al di fuori delle grandi città, e talvolta persino in alcune aree urbane, la fibra ottica non è ancora disponibile. Secondo i dati del Piano Banda Ultralarga aggiornati a novembre 2024, molte zone rurali e periferiche rimangono escluse da una copertura adeguata. Per questi utenti, le connessioni in rame rappresentano ancora l’unica opzione disponibile.
Il peso sulle bollette degli utenti
L’introduzione della tassa comporterà un aumento diretto delle bollette per tutti coloro che utilizzano connessioni ADSL o FTTC, indipendentemente dalla loro possibilità di accedere a reti in fibra pura. Questo ha sollevato l’opposizione di diverse associazioni di categoria, come l’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), che ha definito la misura irragionevole e potenzialmente ingiusta.
“Non si può penalizzare l’utente finale per una mancanza di infrastrutture. Molti cittadini non hanno alternative valide al rame e questa tassa rischia di gravare su di loro senza garantire un reale miglioramento del servizio”, ha dichiarato il portavoce dell’AIIP.
Una transizione ancora lontana dall’essere inclusiva
Se l’intento di accelerare la digitalizzazione del Paese è condivisibile, il rischio è che la misura possa accentuare il divario digitale. In alcune regioni, infatti, l’accesso alla fibra potrebbe richiedere ancora anni, lasciando molti cittadini e piccole imprese senza alternative praticabili, ma con costi più alti.
Conclusioni e prospettive
L’emendamento 76.07 rappresenta una scelta coraggiosa per stimolare il passaggio alle reti in fibra ottica, ma necessita di un approccio più equilibrato per evitare di colpire ingiustamente gli utenti più vulnerabili. Sarebbe auspicabile accompagnare questa misura con interventi concreti per accelerare la diffusione della fibra nelle aree meno servite, garantendo una transizione inclusiva e sostenibile per tutti.
E tu cosa ne pensi?
Raccontaci la tua esperienza con le connessioni internet nella tua zona e condividi la tua opinione su questa nuova tassa. È davvero la strada giusta per il futuro digitale dell’Italia?
Staff Marketing Globtel
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