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La nuova funzione “anti-ladro” di Apple "Inactivity Reboot"

Apple, con l’aggiornamento iOS 18.1, ha introdotto una funzione innovativa pensata per aumentare la sicurezza dei propri dispositivi, denominata Inactivity Reboot. Questa nuova misura obbliga l’iPhone a riavviarsi automaticamente dopo 72 ore di inattività. Lo scopo? Rendere più difficile l’accesso ai dati memorizzati sul dispositivo in caso di furto o utilizzo non autorizzato.




Come funziona Inactivity Reboot

Il riavvio automatico sfrutta una caratteristica intrinseca della sicurezza degli iPhone: la gestione delle chiavi di crittografia all’interno del Secure Enclave, una componente hardware dedicata. Quando il dispositivo si riavvia, passa da uno stato di "After First Unlock" (AFU) a uno stato di "Before First Unlock" (BFU).

Nello stato BFU, i dati rimangono completamente criptati e sono accessibili solo dopo l’inserimento corretto del passcode. Questo rappresenta un ulteriore livello di sicurezza, poiché anche eventuali strumenti di hacking forense avranno difficoltà ad accedere ai contenuti del dispositivo.

AFU e BFU: cosa significa?

Gli esperti di sicurezza informatica spiegano la differenza tra i due stati di un iPhone in termini di vulnerabilità:

  • Stato AFU (After First Unlock): Dopo il primo sblocco con passcode, alcune chiavi crittografiche rimangono disponibili al sistema operativo anche quando l’iPhone è bloccato. Questo stato consente comodità come l’accesso alle reti Wi-Fi e l’anteprima delle notifiche, ma aumenta il rischio di accessi non autorizzati se un malintenzionato riesce a bypassare la schermata di blocco.

  • Stato BFU (Before First Unlock): Prima del primo sblocco, tutte le informazioni sono criptate e non accessibili. Anche funzionalità come Face ID e Touch ID sono disabilitate, e il telefono richiede il passcode per essere utilizzato. In questo stato, il dispositivo è praticamente impenetrabile senza le credenziali corrette.

Perché 72 ore?

Il limite di 72 ore è stato scelto come compromesso tra sicurezza e praticità. Da una parte, l’obiettivo è impedire agli aggressori di sfruttare lo stato AFU per accedere ai dati; dall’altra, evitare che il riavvio diventi un ostacolo per l’utente medio che non utilizza il telefono per periodi prolungati.

Tuttavia, gli esperti di sicurezza sottolineano che questo tempo potrebbe essere sufficiente per chi possiede strumenti avanzati e competenze tecniche per tentare un attacco. In particolare, forze dell’ordine o hacker esperti potrebbero comunque agire entro questo lasso di tempo.

Utilità reale della funzione

Sebbene Inactivity Reboot non garantisca una protezione assoluta, rappresenta un passo avanti significativo nella sicurezza dei dispositivi mobili. Rende più complicato, soprattutto per attacchi di tipo forense economico, accedere ai dati personali dell’utente, limitando l’azione di malintenzionati.

Il riavvio automatico offre anche un messaggio chiaro: Apple continua a investire in soluzioni per proteggere la privacy e i dati dei propri utenti, rendendo i propri dispositivi sempre più sicuri e difficili da violare.

In conclusione, Inactivity Reboot non è la soluzione definitiva contro i furti o gli attacchi informatici, ma un ulteriore strumento per garantire una protezione maggiore in un’epoca in cui la sicurezza digitale è sempre più cruciale. Staff marketing globtel

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