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Iliad, sindacati accusano: “dumping dietro alle tariffe iperconvenienti”. L’azienda risponde




I sindacati del settore TLC hanno mosso pesanti accuse nei confronti di Iliad Italia, che avrebbe tenuto delle condotte non corrette a livello di relazioni sindacali e retribuzione dei lavoratori.

La replica dell’azienda è arrivata subito dopo la pubblicazione del comunicato a firma di SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL: in sostanza, Iliad nega di aver tenuto comportamenti scorretti e anzi rivendica di non aver mai fatto gare al massimo ribasso e di aver sempre gestito in Italia tutte le sue attività di call center: “Iliad lavora da sempre nel rispetto del mercato di riferimento e dei propri dipendenti, nonché dei propri fornitori”, si legge nella nota diffusa dall’azienda, in cui tutte le accuse vengono giudicate “prive di fondamento” e per questo rigettate.



Secondo SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL, i lavoratori di Iliad sarebbero “tra i meno pagati del settore” nonostante la forte crescita dell’operatore data dalla sua offerta particolarmente competitiva. A detta dei sindacati, dietro alle tariffe iperconvenienti di Iliad si celerebbe proprio il dumping e lo sfruttamento economico dei lavoratori; inoltre, le sigle rimproverano all’operatore di aver respinto per due anni ogni tentativo di avviare un “confronto costruttivo, sano, senza pregiudiziali d’approccio” nel rispetto di quanto sancito dalle leggi e dagli accordi interconfederali che regolamentano i rapporti tra sindacati e aziende.


Nello specifico, dalla nota si apprende che Iliad è “l’unico operatore telefonico senza un accordo di Premio di Risultato, un riconoscimento da attribuire ai lavoratori per gli importanti risultati raggiunti dalla società (anche) grazie al loro contributo.

Proseguono i sindacati: “Dal punto di vista del riconoscimento professionale, non solo manca una politica degli inquadramenti, ma ci segnalano pesanti sottoinquadramenti: negli stores con tanti lavoratori inquadrati al secondo livello, in ambito rete diversi tecnici operano ancora con il terzo livello”. Non solo: 1) “In relazione alla normativa, non è stato possibile raggiungere nessun accordo che individui forme e modalità che permettano di meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro, di regolamentare lo smart working, per la tutela della genitorialità, per la formazione continua, ecc.”; 2) “Questo approccio di Iliad ovviamente si ripercuote anche nel mondo degli appalti, sia nel settore rete, che nel customer care o nel mondo del retail dove operano più lavoratori rispetto ai dipendenti diretti di Iliad stessa, con forme contrattuali iperprecarie, con l’applicazione in alcuni casi addirittura di contratti ‘pirata’.

In conclusione, l’auspicio di SLC CGIL, FISTel CISL e UILCom UIL è che Iliad cambi radicalmente il suo approccio sia rispetto ai lavoratori sia rispetto a chi li rappresenta.

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